La notizia, di questi giorni, della chiusura di “compro oro” e sale gioco da parte della Questura alessandrina pone una domanda, al di là degli aspetti criminali della questione: cosa si è fatto per disincentivare chi vende i preziosi di famiglia per disperazione o spende il poco denaro alla ricerca di improbabili vincite che risolvano lo stato di bisogno? Lavoro e sicurezza sono le medicine di questa malattia che colpisce la nostra città.
Alessandria ostaggio della disperazione?
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